luglio 5, 2017

Legittima difesa: sappiamo davvero come difenderci dai ladri in casa?

La proposta di legge sulla legittima difesa è stata approvata dalla Camera. Si sa come cambierà la normativa, ma bisogna pensare a come affrontare in concreto l’intrusione di una persona in casa.

Lo scorso maggio è stata approvata dalla Camera la nuova legge sulla legittima difesa. Se ne è parlato a lungo, ma è utile ricordare come cambieranno le cose. Con la nuova normativa potrebbe essere assolto chi, vittima di un’intrusione notturna nella propria abitazione, dovesse reagire in preda a “un grave turbamento”, anche sparando.

Se la legge dovesse passare in maniera definitiva, verranno modificati gli articoli 52 e 59 del codice penale. Il primo riguarda la legittima difesa, il secondo tratta invece le circostanze del reato, è previsto poi un emendamento aggiuntivo che prevede che il pagamento delle spese processuali sia a carico dello Stato in caso sia dichiarata la non punibilità per legittima difesa.

Viene specificato che può considerarsi legittima difesa la reazione a un’aggressione in casa, in negozio o in ufficio commessa durate la notte oppure all’introduzione con violenza, minaccia o inganno. Invariate rimangono la necessità che vi sia proporzione tra difesa e offesa e l’attualità del pericolo.

Inoltre viene dichiarato che nella legittima difesa domiciliare è sempre esclusa la colpa di chi spara se l’azione è indotta da grave turbamento psichico causato dall’aggressore, in situazioni di pericolo per la vita e la libertà personale o sessuale.

Cosa succede nel nostro cervello quando siamo vittime di un’aggressione.

Poca attenzione è stata riservata però alla reazione incontrollata che la vittima di intrusione potrebbe avere trovando inaspettatamente in casa un aggressore. A livello psicologico infatti il turbamento potrebbe essere tanto forte da mettere a rischio la propria vita e quella dei propri cari, in caso si decidesse di utilizzare un’arma.

A livello medico infatti è dimostrato come qualsiasi individuo normale posto di fronte ad un pericolo mortale divenga preda di una complessa serie di reazioni neuropsicologiche, cognitive e biomeccaniche che viene definito “sequestro emozionale”, e che sottrae il soggetto alle normali capacità di controllo razionali.

Sono i meccanismi neurali della paura a indurre una risposta comportamentale immediata in assenza di un’adeguata elaborazione dell’informazione sensoriale. I segnali di pericolo infatti, sotto forma di stimoli visivi e uditivi (ad esempio la vista di un aggressore armato), arrivano subito a particolari strutture cerebrali preposte alla risposta emozionale veloce (come appunto un’emergenza) attivando nella vittima di aggressione, colta da improvvisa e forte paura, un’istantanea reazione d’allarme (body alarm reaction). Essa è connotata da una generale condizione sensoriale di reattività e ipervigilanza e da una serie di importanti modificazioni a carico della funzione cognitiva, motoria e neurovegetativa che preparano all’istante il corpo per l’attacco o la fuga.

Quali sono le reazioni psico-fisiche in una condizione di grande paura?

Difendersi in maniera opportuna e senza mettere a rischio l’incolumità dei propri cari è molto difficile, e a incrementare ulteriormente la criticità dell’evento difensivo possono intervenire poi numerose distorsioni percettive e sensoriali, anch’esse tipiche degli stati di massima attivazione da paura.

Ecco quali sono i fenomeni che possono cambiare il nostro stato percettivo in caso di aggressione:

Tunnel vision: provoca una restrizione del campo di attenzione e fa apparire gli oggetti più grandi e più ravvicinati di quanto non lo siano realmente, anticipando la sensazione di trovarsi nella killing zone

Isolamento acustico: porta la mente, concentrata sulla minaccia, a escludere tutte le altre informazioni non inerenti allo stimolo minaccioso

Stato psicologico dissociativo: il soggetto può avere l’impressione di osservare se stesso reagire da fuori, come se si trattasse di un’altra persona, mentre una sensazione di pilota automatico lo fa sentire totalmente trasportato dall’azione senza poter opporre resistenza

Tachypsychia (o velocizzazione della mente): può venire alterata la percezione temporale degli eventi, come se avvenissero “a rallentatore”, determinando una frammentazione del ricordo,

Sensazione di euforia, momentanea paralisi motoria e perdita dell’equilibrio: sono reazioni impreviste e inaspettate che possono verificarsi in caso di forte paura.

Come evitare lo stato di “sequestro emozionale”?

L’unico modo per riuscire ad evitare di trovarsi nello stato confusionale indotto dalla sensazione di forte pericolo causata da un’intrusione, ed evitare quindi anche le pericolose conseguenze che una condizione del genere può portare, è la prevenzione.

La cosa più utile sarebbe quindi installare un sistema di sicurezza che, non solo funzionerà da deterrente evitando molto spesso l’intrusione del ladro, ma soprattutto permetterà di essere preparati, avvertendovi del pericolo in modo da non doverlo affrontare inaspettatamente. La possibilità di allertare gli enti preposti alla sicurezza tramite l’allarme è poi una garanzia di protezione aggiuntiva.